Le parole rendono disabili

3 motivi per cui secondo me è sbagliato seguire la nuova direttiva europea sul fumo scrivendo sulle sigarette "Fumare rende disabili".

Le parole rendono disabili

Le parole sono importanti, questa citazione dal famoso film “Palombella rossa” di Nanni Moretti racchiude perfettamente un concetto che lo stato italiano ha dimenticato in questo momento. Sto parlando della scritta a scopo dissuasivo sui pacchetti di sigarette. Dopo una recente legge europea sembra che l’Italia si debba adeguare e inserire anche essa alcune immagini e scritte per la lotta contro il fumo. Tra queste scritte ed immagini ci sarà anche quella di una persona in carrozzina e la relativa scritta: “Fumare provoca disabilità”. Affronto alcuni punti per cui questo secondo me è sbagliato:

  1. La disabilità non è una malattia. La parola disabilità racchiude dentro a se stessa un infinità di significati positivi e negativi. Tuttora nel mondo scientifico non esiste una definizione univoca della stessa ma  si relaziona spesso al tipo di ricerca ed al ricercatore. L’uso della parola in questo contesto riduce inoltre tutti quegli aspetti quotidiani di vita e di integrazione che anche attraverso il linguaggio si è cercato di migliorare nella nostra società.  La disabilità non è una malattia, se fumi puoi avere un cancro, un ictus ed altre centinaia di malattie ma rimane il fatto che la disabilità non è una malattia, è una condizione di vita.
  2. Associare disabilità e fumo è dannoso per le persone disabili perchè sembra che queste siano responsabili della propria disabilità. Usare quest parola come un monito è una mancanza di rispetto inconcepibile per le persone che sono tali non per causa del fumo ma per altri svariati ed infiniti motivi che prescindono dal libero arbitrio.
  3. Tratta il tema in modo superficiale senza pensare alle persone che dietro a quell’etichetta ci sono. Usare la parola come monito per le altre persone senza disabilità provoca un processo di stigmatizzazione della categoria delle persone con disabilità. Tutto ciò contribuirà ad un arretramento della nostra società rispetto al tema come sempre a danno delle fasce più deboli che probabilmente con il fumo non hanno molto ache vedere.

Questi sono tre motivi che di getto mi sono giunti in mente leggendo l’articolo del Corriere della sera. Ve ne sono altri, tanti che toccano la vita di ogni persona con disabilità e senza. Mi auguro che questa volta la legge ( o chi per essa) comprenda che dietro alle parole ci sono le persone, con la propria vita che non sempre è semplice e non sempre può essere immolata in nome di cause sicuramente buone in un ambito ma incuranti di importanti aspetti della vita altrui.