Disabili e lavoro

Il lavoro per le persone disabili ha la stessa valenza che ha per ognuno di noi, i numeri però dimostrano che non c'è un trattamento paritario per quanto riguarda il mondo del lavoro tra persone con disabilità e non.


 
Il primo maggio è la festa dei lavoratori, il lavoro è sancito anche nella nostra costituzione come un fondamento della nostra società. Il lavoro è quell’ultimo passaggio prima dell’ingresso nella società a tutti gli effetti. Con l’inizio della carriera lavorativa infatti si passa da una posizione passiva ad una attiva: io sono e contribuisco allo sviluppo di questa società.
Guardando i numeri non c’è un trattamento paritario per nel mondo del lavoro per le persone con disabilità. Considerando che in Italia il numero degli occupati si aggira intorno al 65% quello delle occupazioni delle persone con disabilità non supera il 25%. Già con questi pochi dati è possibile vedere la differenza che c’è tra le due categorie.
E’ vero, bisogna considerare anche il fatto che alcune categorie di persone con disabilità non possono lavorare per le loro gravi condizioni, permane comunque il dato che 1/3 circa delle persone con disabilità è occupata. Questo ha l’aria di essere una vera e propria discriminazione, perché ricordiamoci bene: Disabilità non significa inabilità ma solamente adattabilità.
 
Scopriamo meglio come si sviluppa il mondo del lavoro attorno alle persone con disabilità.
 
Quando si parla di lavoro per quanto riguarda i disabili, possiamo dividere in tre categorie le tipologie di assunzione. La prima è quella del lavoro in azienda, quello comune ed una buona parte delle persone con disabilità è adatta a questa categoria di lavoro. La seconda tipologia invece è quella delle categorie protette, quello delle categorie protette che spesso coincidono con il lavoro in cooperative sociali di tipo b che attraverso specifici canali offrono possibilità lavorative molto diverse. La terza categoria invece è quella che ha esigenze speciali, dunque necessita di percorsi più specifici.
 
Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi dfa gigante . Il telelavoro potrebbe essere una risorsa importante per moltissime categorie di persone con disabilità. Permane però in questo caso la necessità di svolgere formazione per riuscire ad istruire al meglio le persoone prima dell’ inserimento nel mondo del telelavoro. Un’altro esempio di come la tecnologia possa venire in aiuto alle persone con disabilità è attraverso le piattaforme di incontro tra domanda e offerta per le categorie protette. Un esempio pratico è quello di Jobmetoo. Queste piattaforme possono essere utili sì ma solamente nel primo caso citato nel paragrafo precendente, cioè quello di persone relativamente autonome che non necessitano di lavoro protetto.
 
Per quanto riguarda le altre categorie invece, rimangono sempre molte difficoltà. Per l’esperienza che abbiamo rispetto al lavoro attraverso le cooperative sociali rimangono molte perplessità. La prima è quella per cui se una persona non autonoma che lavora in una cooperativa di tipo B attraverso l’inserimento lavorativo, arriva a lavorare quasi gratuitamente perchè la maggiorparte dello “stipendio” deve essere utilizzato per le spese del viaggio per recarsi al lavoro e per i pasti. Questo ovviamente toglie molto del senso che un percorso lavorativo può avere.
Un altro aspetto molto importante è quello della formazione. Molte delle persone attraverso specifici training potrebbero imparare a svolgere alcune mansioni anche in autonomia. Viene subito in mente lo spettro autistico, attraverso l’ABA per esempio possono essere fatti veri e propri percorsi che riguardano il mondo del lavoro. Questo può avvenire anche attraverso specifici percorsi educativi che mirano ad insegnare ed a formare le persone per l’inserimento nel mondo del lavoro.
In questo articolo abbiamo guardato solo alcuni aspetti del lavoro nella disabilità. Se vuoi scoprire altri articoli leggi il nostro blog.

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