La scienza dell’ABA: strumento d’intervento per l’Autismo e non solo

Attualmente l'ABA (Applied Behavioral Analysis) è la scienza maggiormente utilizzata nell'intervento con utenti con Disturbi dello Spettro Autistico, ma può avere risultati positivi anche con utenti affetti da altre disabilità cognitive, comportamentali ed emotive?

Come tutti sanno, attualmente il l’ABA (Applied Behavioral Analysis) è quello maggiormente utilizzato nell’intervento con utenti con Disturbi dello Spettro Autistico e anche l’unico riconosciuto quale efficace. La domanda, però, è la seguente: può avere risultati anche con utenti affetti da altra disabilità cognitiva, comportamentale ed emotiva?

Prima di provare a rispondere a tale domanda, è bene elencare in sintesi i principali ambiti di applicazione dell’ABA:
-promozione di comportamenti adattivi nelle persone con disturbi evolutivi;
-facilitazione dei processi di apprendimento nei contesti scolastici;
-trattamento dei comportamenti criminali;
-miglioramento della produttività nei contesti lavorativi;
-management delle organizzazioni e il trattamento dei disturbi dell’umore.

L’efficacia di un trattamento ABA è tanto maggiore quanto più aderente alle 7 dimensioni dell’ABA, così come identificate da Baer, Montrose e Risley nel 1968. L’ABA si concentra su comportamenti significativi dal punto di vista sociale, che consentano un’effettiva crescita dell’individuo e la progressione verso quei comportamenti adattivi tipicamente esibiti dalle persone della stessa età e gruppo sociale di riferimento. In quest’ottica, le priorità educative sono individuate sulla base di un criterio di funzionalità, in modo da promuovere l’autonomia della persona presa in carico e ridurne la dipendenza dalle figure di riferimento.

L’ABA si basa su osservazioni dirette del comportamento come primario strumento di misurazione. In altri termini, le abilità promosse devono essere quantificabili in maniera obiettiva e direttamente osservabili: vengono individuate le relazioni funzionali tra individuo e ambiente, stabilendo in modo oggettivo delle relazioni causali tra eventi ambientali e comportamenti osservati. Questo processo avviene attraverso la manipolazione sistematica dell’ambiente e la rilevazione dei comportamenti esibiti al variare delle condizioni ambientali.

Le procedure d’analisi o di insegnamento vengono descritte in modo dettagliato, al fine di favorire la replica delle stesse. Le procedure ABA si riferiscono direttamente ai principi del comportamentismo, escludendo le forme di intervento carenti di sistematicità, o identificate dalla comunità scientifica come “di ridotta efficacia” o “di non provata efficacia”.

Inoltre, si ha la rilevazione costante del dato comportamentale, che è lo strumento principale per monitorare l’efficacia degli interventi e prendere decisioni rispetto alle abilità da promuovere e alle modalità d’intervento.

L’obiettivo del dell’ABA è quello di promuovere la generalizzazione delle abilità attraverso diversi ambienti, persone e comportamenti. Pertanto sarà fondamentale la condivisione di obiettivi, strategie e materiali da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo dell’utente.

Tornando alla domanda iniziale, la risposta è si. Infatti sono tanti gli esperti del settore educativo e rieducativo che ritengono l’ABA uno strumento di intervento valido anche per altre disabilità intellettive.

Naturalmente, come ogni strategia d’intervento, l’ABA non è la pozione magica che può risolvere ogni situazione, ma, di certo, i suo benefici con utenti affetti da Autismo sono ben documentati e questo fa sperare che a lungo termine questi possano essere allargati anche a chi soffre di altre disabilità intellettive.

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