Musicoterapia – Scopriamo il perchè.

La musicoterapia è una delle terapie che non presenta effetti collaterali e può portare enorme beneficio alla persona.

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Oggigiorno insieme alle terapie in ambito riabilitativo tradizionali, si tende a consigliare anche un percorso di “cura” dai risultati sorprendenti:la musicoterapia. Un approccio orientato alla persona che utiliizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non verbale, per intervenire su diverse condizioni patologiche e parafisiologiche.

La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di comunicare, con l’aiuto del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale partendo dal principio dell’ISO (identità sonora individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo interno dell’individuo.

Dal punto di vista terapeutico essa diviene stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed interpersonale, insomma un migliore equilibrio e armonia psico-fisica

Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa all’inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia risale alla prima metà del Settecento a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby. I primi esperimenti di musicoterapia in Italia furono attuati nel Morotrofio di Aversa a partire dal 1843 da parte di Biagio Gioacchino Miraglia.

La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) ha dato nel 1996 la seguente definizione:
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive”.

La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra-personale e possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.

La musicopterapia trova un ottimo terreno di applicazione in neurologia e in psichiatria, nello specifico nella trattazione di:
-autismo infantile;
-ritardo cognitivo;
-disabilità motorie;
-morbo di Alzheimer ed altre demenze;
-psicosi;
-disturbi dell’umore;
-disturbi somatoformi (in particolare sindromi da dolore cronico);
-disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa);
-morbo di Parkinson.

La ricerca scientifica ha riconosciuto alla musica il merito di contribuire alla regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisario, del sistema nervoso autonomo, del sistema immunitario che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo. Scoperte più recenti hanno dimostrato un ruolo della musica anche nel recupero dallo stress.

I principi base della pratica musicoterapeutica sono:
-l’utente è parte attiva della terapia;
-la centralità del rapporto di fiducia;
-adattamento della tecnica in base all’utente;
-costruzione di un legame tra musicoterapeuta ed utente grazie al suono.

La musica permette alla persona che presenti o no dei disturbi, di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d’animo attraverso il linguaggio musicale.

La Terapia Musicale influisce positivamente sulla memoria e l’apprendimento, sul battito cardiaco, sulla pressione sanguigna e sulla respirazione, agisce sul livello di alcuni ormoni (ad es: quello dello stress) e sulle endorfine.

Favorisce le attività cerebrali complesse come lo studio, migliora la percezione spazio-temporale, è adottata nei casi di afasia per recuperare e migliorare la capacità espressiva, infine è in grado di infondere un senso di calma.

Glenn Schnellenberg (psicologo dell’università di Toronto), ha dimostrato che i bambini e gli adulti che studiano musica e/o suonano uno strumento musicale presentano una crescita superiore del proprio Q.I.

Ma un percorso di musicoterapia lo si può intraprendere anche se non si è affetti da alcuna patologia. La musica permette ad ognuno di noi di sperimentare il proprio intimo e di accogliere le fragilità che custodiamo al suo interno.

Tutti noi dovremmo iniziare una terapia musicale, forse una delle poche terapie che non presenta effetti collaterali ma solo benefici.