Modelle a rotelle

Una carrozzina e una passerella di moda possono far parte dello stesso mondo: occorre credere in un processo d’inclusione ed in una visione delle cose univoca che ci vede tutti uguali

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Milano Fashion Week ogni anno è sinonimo di glamour ed alta moda, tutti i maggiori stilisti internazionali presentano le collezioni che riempiranno i negozi di tutto il mondo. Milano Fashion Week fa rima con giornalisti, modelle e sfarzo che popolano una dimensione sempre più da copertina di giornali come “Chi” piuttosto che espressione della vita reale. Ma quest’anno, quando il 3 ottobre Milano è diventata capitale della moda, a sfilare c’erano le modelle in carrozzina.

Quest’evento ha portato sulla stessa passerella modelle in piedi e su sedia a rotelle dal forte impatto socio-culturale: la disabilità fa parte della vita quotidiana di tante persone, non va nascosta come se fosse qualcosa di cui vergognarsene. Soprattutto per una donna che si trova in una condizione di disabilità, un evento del genere vuol dire tanto se non tutto: truccarsi, vestirsi in modo elegante o provocante, sistemarsi i capelli secondo l’ultima tendenza del momento..insomma, ritrovare una femminilità che si pensava distrutta per sempre.
L’evento è stato promosso dalla Fondazione Vertical, un’organizzazione no profit che eroga fondi a progetti di ricerca ed assegna borse di studio a giovani ricercatori italiani( impegnati all’estero) favorendone il ritorno in Italia;è impegnata nella ricerca sulle lesioni midollari e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle cause del trauma vertebro-midollare e sui progetti di ricerca scientifica.
In Italia e non solo, la paralisi da lesione midollare è in forte aumento e solo nel nostro Paese si contano 80.000 casi di para-tetraplegia e per curare la paralisi ( cercando di riacquistare le funzioni perse ) sono necessari numerosi interventi, per questo Vertical supporta in tutti i modi la ricerca.

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Chi sono queste modelle in carrozzina? Donne e ragazze bellissime e con storie diversissime. Come Giulia che è carrozzina fin dall’età di nove anni ( ha 22 anni ndr). Ad oggi non ha ancora una spiegazione valida, infatti i medici non sono ancora del tutto certi di quale patologia abbia determinato la sua condizione di disabilità, si tende tuttavia a protendere per una mielite ( colpisce il Sistema Nervoso Centrale). Ciò che colpisce di Giulia è un sorriso caloroso e due occhi brillanti. Giulia ha accettato la sua carrozzina e milita nella Nazionale di Basket delle Paralimpiadi.

Ma ci sono anche storie diverse, storie che parlano di incidenti stradali o di banali cadute come racconta una bella ragazza mora dai profondi occhi blu. Lei faceva la modella anche prima della carrozzina e proprio mentre stava posando per delle foto è caduta rompendosi la spina dorsale. Oggi lavora in un bar e prepara fantasiosi cocktail, dietro ad un bancone ovviamente a sua misura.
La Fondazione Vertical porta avanti un messaggio di inclusione sociale che scuote per il forte impatto visivo ( vedere sfilare una serie di carrozzine fa un certo effetto) ma ancora di più emotivo. Quelle belle ragazze sorridenti sono le stesse ragazze che potremmo incontrare per strada facendoci impietosire per la loro condizione. Invece no, Vertical ci sta dicendo che non è la carrozzina a fare la persona ma è la persona a fare la sua carrozzina: la vita può subire un cambiamento traumatico, ma non finisce! Continua ed assume nuove sfumature.
E se questa nuova consapevolezza deve arrivare dal mondo patinato della moda, mondo che er eccellenza viene considerato superficiale ( cioè che si basa molto sull’aspetto esteriore), ben venga!

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